Descrizione
La cicerchia (Lathyrus sativus) è un legume appartenente alla famiglia delle Fabacee, proveniente dall’antico Medio Oriente, nasce da una pianta erbacea a ciclo annuale molto simile a quella dei ceci. La cicerchia da sempre è considerata il più povero dei legumi. Era coltivata prima dai greci e poi dai romani. La produzione e il massiccio consumo (soprattutto tra i contadini) delle cicerchie s’interruppe perché, questo legume poteva portare a una malattia, il latirismo, che può condurre addirittura alla paralisi degli arti inferiori. Naturalmente questo vale per un consumo “esclusivo” di questo legume. Ricordiamo che nel Nord Italia, fino ai primi decenni del ‘900, una delle malattie più gravi e diffuse era la pellagra, dovuta all’alimentazione basata quasi esclusivamente sulla polenta di mais e nel 1910 si registravano ancora 2000 casi all’anno di questa gravissima malattia. Grazie alle sue innegabili proprietà nutritive ha presto saputo riscattarsi da questo triste primato fino a terminare in delicati manicaretti preparati da chef rinomati. La sua coltivazione non ha bisogno di particolari attenzioni, cresce su qualsiasi tipo di terreno, resiste sia al caldo che al freddo. Per questo era considerato in passato un legume di serie B, al quale si poteva attingere per sfamarsi in caso di carestia e siccità.
Attualmente se ne contano una ventina di specie, che vanno da quella grossa e insapore coltivata in America come alimento bovino, a quella piccola, spigolosa, con le colorazioni che vanno dal grigio al marrone chiaro, che oggi finalmente possiamo ritrovare nel centro Italia.
Le cicerchie prodotte in Lazio, Marche, Molise, Puglia ed Umbria hanno ottenuto, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale italiano.
Questo legume contiene una scarsa quantità di grassi ed elevato contenuto di proteine e amido oltre alle fibre, al calcio, alle vitamine B1 B2 e PP ed è ricco in calcio e fosforo. La cicerchia contiene un principio amaro (latirina) indigesto, da qui la necessità di macerazione in acqua salata per almeno 12 ore e bollitura accurata.
La cicerchia si presta alla perfezione per ricette di zuppe, farine e dolci vegetariani, ma trova largo spazio anche nella cucina tradizionale. Ottima in minestre ma anche cucinata in purea o servita come contorno dello zampone. Con la farina di cicerchie, inoltre, si preparano squisiti maltagliati e pappardelle.
Da sola o accompagnata da altri legumi, la cicerchia rappresenta un ingrediente decisamente gustoso, può essere gustata anche per altri primi (per esempio per condire la pasta), oppure come contorno o secondo. Una volta cotto, esso deve essere lasciato in acqua per qualche minuto, per impedire che diventi troppo duro, ed essere scolato solo al momento di servire il piatto.